mercoledì 27 novembre 2013

Tutti i sogni possono diventare realtà se abbiamo il coraggio di perseguirli.”
(W. Disney)

lunedì 25 novembre 2013

La lunga storia upim

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UPIM

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
UPIM S.r.l.
Logo
StatoItalia Italia
Tiposocietà a responsabilità limitata
Fondazione1928 a Milano
Sede principaleMestre
GruppoGruppo Coin
Filiali46 negozi diretti e 100 in franchising
Persone chiaveStefano Beraldo(amministratore delegato)
Settoregrandi magazzini
Prodottiabbigliamento,casa,profumeria
FatturatoGreen Arrow Up.svg 600 milioni di (2006)
SloganVale di più (Upim)
Pop in the city (Upim Pop)
Sito webwww.upim.it
UPIM ("Unico Prezzo Italiano Milano") è una catena italiana di grandi magazzini di fascia media[1].
Per ottant'anni nell'orbita de La Rinascente, dal gennaio 2010 è diventata di proprietà del Gruppo Coin, che l'ha acquisita dal Gruppo Investitori Associati/Pirelli Real Estate/Deutsche Bank/Borletti.
Attualmente fanno capo all'insegna 46 negozi diretti e 100 in franchising.


Storia[modifica | modifica sorgente]

Prodromi[modifica | modifica sorgente]

A fine 1927, fra il 28 novembre e il 3 dicembre, si apre sperimentalmente a Milano in piazzale Loreto un prototipo di magazzino a prezzo unico, dove venivano venduti vari articoli disposti su una scala di prezzi che andava da 1 a 5 lire. Il risultato fu molto soddisfacente con incassi di circa 6.000 lire giornaliere.[2]

Origini[modifica | modifica sorgente]

Dopo il breve esperimento milanese, si costituì il 9 maggio 1928 la società anonima UPI ("Unico Prezzo Italiano") che in seguito, per distinguersi da un'omonima agenzia di pubblicità preesistente, divenne UPIM (la "M" stava per Milano).[3]
Il 21 ottobre 1928 fu aperto il primo negozio a Verona in via Pellicciai, avente una superficie di circa 250 mq e con un assortimento di oggetti d'abbigliamento e d'arredamento (dalla merceria ai giocattoli) con aggiunta di dolciumi a prezzi fra 1 e 4 lire.[4]
Il grande magazzino portava nel nome una caratteristica tipica dei negozi dell'epoca: l'«unico prezzo in mostra». Per evitare, infatti, che mendicanti e ladri entrassero nei locali con la scusa di ripararsi e rubassero qualcosa, si pagava all'entrata. Tutti gli oggetti in mostra avevano uno stesso prezzo (di norma 1-2-3-4 lire), così chi voleva comprare un oggetto prendeva un biglietto da 1 lira, chi ne voleva due dava 2 lire e così via, mostrando poi i biglietti con la merce all'uscita.
La società consegue ben presto una veloce espansione; nel 1928, oltre il negozio di Verona, vengono aperti i negozi di Milano viale Vittorio Veneto e di Brescia. L'anno successivo si aprono tre negozi a Milano (via Dante, piazza Baiamonti e corso Vittorio Emanuele) e uno a Roma, Bologna, Firenze, Padova, Ferrara, Piacenza e Bari.[5]
Nel 1934 i magazzini UPIM erano 25 e durante il colonialismo furono aperte filiali UPIM anche nelle città di Asmara (Eritrea) e Tripoli (Libia). Queste unità cessarono la loro attività durante il secondo conflitto mondiale.[6]
Il recente conflitto mondiale porta alla distruzione 9 negozi, al danneggiamento di 6 che rimangono in parte attivi, alla chiusura di 4 negozi e 9 furono requisiti dalle autorità militari. Nel frattempo solo 27 negozi rimasero attivi. Dai 52 negozi del 1942 si passa ai 46 negozi del 1951.[7]
Con il boom economico post bellico si incrementano notevolmente i negozi, che arrivano a quota 69 nel 1957.[8]

Acquisto da parte del Gruppo Fiat[modifica | modifica sorgente]

Nel 1969 Upim, con il Gruppo Rinascente, viene acquisita dalla famiglia Agnelli proprietaria del gruppo Fiat.
Nel 1970 i magazzini Upim arrivarono a quota 150.
Nel corso degli anni, con questa gestione, Upim vivrà una crisi di profitti continua.
Strategia del gruppo era solitamente aprire nuovi negozi Upim con annesso il reparto alimentare del gruppo gestito con il marchio Sma.
Nel 1975 si avvia la formula del franchising per l'affiliazione dei grandi magazzini.
Negli anni la catena si afferma sempre più fra gli italiani, come concorrente diretta della Standa (fondata proprio da un ex direttore Upim, Franco Monzino), con lo slogan Prima passa alla Upim.
Nel 1997, assieme a tutto il Gruppo Rinascente, confluisce nel Gruppo Auchan.

Acquisto da parte di Auchan[modifica | modifica sorgente]

Con il gruppo Auchan iniziano a chiudere molti dei grandi magazzini siti nei centri storici e di conseguenza vengono aperti numerose filiali all'interno dei centri commerciali del gruppo.

Acquisto da parte di Gruppo Investitori Associati[modifica | modifica sorgente]

Da maggio 2005 Upim viene acquisita, come La Rinascente, dal Gruppo Investitori Associati, Pirelli Real Estate, Deutsche Bank e Borletti.
Il 26 giugno 2008 è stato aperto il primo negozio all'estero, nel centro di Tirana, capitale dell'Albania. Ad esso ha fatto seguito un punto vendita a Victoria, nell'isola maltese di Gozo, primo di una serie di grandi magazzini che Upim ha intenzione di inaugurare a Malta.
Ad ottobre 2008 si è rilanciato lo storico marchio Croff con la creazione dei primi corner nei principali magazzini Upim e con collezioni ad hoc.

Acquisto da parte del Gruppo Coin[modifica | modifica sorgente]

A dicembre 2009 la Upim è stata acquistata dal gruppo Coin[9].
Viene così a terminare una rivalità storica del panorama commerciale italiano che vedeva contrapporsi nella fascia medio-alta dei grandi magazzini: La Rinascente e Upim da una parte e Coin e OVS Industry dall'altra.
Il passaggio di proprietà comporta nel corso del 2010 un passaggio della maggior parte dei punti vendita dall'insegna Upim alle insegne Coin e OVS Industry. I punti vendita in franchising, invece, rimarranno tali.

Upim POP[modifica | modifica sorgente]

Logo di Upim POP
Upim POP è una catena parallela di Upim[10] che si rivolge ad un target di clienti giovane e organizzato come shopping mall: infatti all'interno dei punti vendita sono presenti bar, negozi di elettronica, profumerie e librerie.[11]
Gli Upim POP sono presenti a Roma, Milano, Varese, Trieste, Livorno, Cagliari e Bassano del Grappa (VI).

Curiosità[modifica | modifica sorgente]

Upim è stata sponsor ufficiale della Juventus F.C. per le stagioni calcistiche dal 1989-1990, 1990-1991, 1991-1992.

Loghi storici[modifica | modifica sorgente]

Voci correlate[modifica | modifica sorgente]

Collegamenti esterni[modifica | modifica sorgente]

Note[modifica | modifica sorgente]

  1. ^ La sigla è pronunciata con l'accento sulla prima o anche sulla seconda vocale: /'upim/ (Ùpim) o /u'pim/ (Upìm): cfr. la voce UPIM nel Dizionario d'ortografia e di pronunzia della RAI: http://www.dizionario.rai.it/poplemma.aspx?lid=4236&r=233139.
  2. ^ Franco Amatori, Proprietà e direzione La Rinascente 1917-1969, p. 126, Angeli, 1989.
  3. ^ Franco Amatori, Proprietà e direzione La Rinascente 1917-1969, p. 126, Angeli, 1989.
  4. ^ Franco Amatori, Proprietà e direzione La Rinascente 1917-1969, p. 126, Angeli, 1989.
  5. ^ Franco Amatori, Proprietà e direzione La Rinascente 1917-1969, p. 126, Angeli, 1989.
  6. ^ Franco Amatori, Proprietà e direzione La Rinascente 1917-1969, p. 141, Angeli, 1989.
  7. ^ Franco Amatori, Proprietà e direzione La Rinascente 1917-1969, p. 149, Angeli, 1989.
  8. ^ Franco Amatori, Proprietà e direzione La Rinascente 1917-1969, p. 156, Angeli, 1989.
  9. ^ Giorgio Lonardi, Nozze nei grandi magazzini, Coin compra Upim in «la Repubblica», 17 dicembre 2009. URL consultato il 22-07-2010.
  10. ^ Gruppo Coin - Upim
  11. ^ Upim POP - Company

Riferimenti[modifica | modifica sorgente]

 

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La storia

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Standa

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Standa
Logo
StatoItalia Italia
Tiposocietà a responsabilità limitata
Fondazione1931 a Milano
Chiusura2012
Sede principaleCarmignano di Brenta (PD) legale, Milano (MI) amministrativa
GruppoRewe
Persone chiaveSilvio Berlusconi (ex proprietario)
Settoregrande distribuzione organizzata
Prodottialimentari e beni di largo consumo
Slogan
  • C'è tutto!
  • Fantastica sei!
  • La casa degli italiani.
  • Il valore dei soldi.
  • Il mondo sotto casa.
  • Un mondo che vale.
  • Il meglio per me.[senza fonte]
Standa è stata una catena italiana di supermercati, attiva dal 1931 al 2012 nel settore italiano dei grandi magazzini di fascia media, il cui marchio è stato oggetto di numerose e profonde trasformazioni societarie[1].


Storia[modifica | modifica sorgente]

Origini[modifica | modifica sorgente]

Franco Monzino, lasciando la direzione dell'UPIM e possedendo un capitale di 50.000 lire, insieme ai fratelli Ginia e Italo e Tullio Astesani fonda il 9 maggio 1931 un nuovo magazzino con il nome Magazzini Standard (Società Anonima Magazzini Standard) aperto, il 21 settembre dello stesso anno, in via Torino angolo via Valpetrosa a Milano.
Angelo Roncalli patriarca di Venezia (futuro Papa Giovanni XXIII) in visita ai magazzini Standa di Venezia Campo San Luca.
Il nome venne modificato nel 1938 in Standa (acronimo per Società Anonima Tutti Articoli Nazionali Dell'Arredamento e Abbigliamento) per volontà di Benito Mussolini, il quale, durante una parata a Roma in Via del Corso, vide l'insegna dei magazzini di Monzino e, visto che le leggi fasciste imponevano di italianizzare tutte le parole straniere, impose il cambio del nome.
Nel 1956 viene aperto il primo reparto alimentare nella filiale di Via Diaz a Napoli, così da ampliare l'offerta dei grandi magazzini di abbigliamento con gli alimentari.
Due anni più tardi, nel 1958, si attiva la formula del self-service per il supermercato di Milano via Torino angolo via della Palla, formula che poi verrà applicata a tutti i supermercati della catena.
Nel 1962 viene aperto il primo magazzino, a Torino in corso Giulio Cesare, dotato di parcheggio privato per i clienti.
Nel 1963 con l'apertura del magazzino di Sesto San Giovanni viene estesa la formula self-service anche per i reparti tradizionali.

Acquisto da parte di Montedison[modifica | modifica sorgente]

Nel giugno 1966[2] il gruppo conta 124 filiali e viene acquisito dalla Montedison; nel corso di alcuni anni la catena si sviluppa nel Paese e acquista vecchi locali e teatri nei centri delle principali città italiane per convertirli in propri magazzini. Nei primi anni dopo l'acquisto non viene apportata alcuna modifica né alla dirigenza né all'immagine commerciale di Standa.
Maxi Standa di Castellanza (Va), all'inaugurazione del settembre 1971.
Nel 1968 viene acquisita la Multinegozi Spa attiva da 10 anni nel milanese con 10 fra supermercati e magazzini che nel corso del 1970 vengono trasformati in filiali Standa.
Nel 1970 vengono rilevate le catene DIADI di Torino e Rialto di Venezia, che portano ad un cospicuo incremento delle filiali Standa in Piemonte e nel Veneto.
Nel 1971 il gruppo, con 219 filiali, inaugura il primo ipermercato sito a Castellanza (VA) con insegna "Maxi Standa". Sempre dallo stesso anno il gruppo, primo in assoluto, inaugura nuovi magazzini e supermercati in affiliazione.
Nel 1973 viene acquisita la Magazzini Gamma attiva in tutto il paese con 36 magazzini, nel corso dell'anno vengono tutte trasformate in filiali Standa.
Nel 1975 il gruppo dà vita alla joint venture EuroStanda con l'inaugurazione dell'ipermercato di Paderno Dugnano (MI), poi ridenominata Euromercato dal 1980, destinata ai grandi ipermercati, insieme al gruppo francese Carrefour; successivamente, nel 1984, ne rileverà l'intera proprietà.

Acquisto da parte di Fininvest[modifica | modifica sorgente]

Silvio Berlusconi nuovo presidente della Standa nel 1988
Il 14 luglio 1988[3] è stato acquisito dalla Fininvest di Silvio Berlusconi (per quasi 1.000 miliardi di lire) il 70% della Standa da Iniziativa Meta del gruppo Ferruzzi-Montedison, diventando la Casa degli italiani, godendo di un enorme battage pubblicitario sulle televisioni del "Cavaliere", con volti noti della televisione come testimonial (Marco Columbro, Lino Banfi, Enzo Iacchetti, Sandra Mondaini, Raimondo Vianello, Mike Bongiorno, Vincenzo Salemme, Marta Marzotto, ecc.)
Nei primi anni novanta la catena è stata colpita da vari attentati dinamitardi prima di stampo mafioso nelle filiali di Catania, poi di vario tipo negli anni successivi in varie filiali di Roma, Milano, Modena, Firenze, Trento e Brescia.[4]
Nel 1990 con l'inaugurazione dell'ipermercato di Anzio (RM) inizia una serie di nuove aperture di ipermercati di media dimensione; l'anno successivo, invece con l'inaugurazione di Sesto San Giovanni (MI), era prevista una serie di aperture di nuovi grandi magazzini ad alto livello di immagine, cosa che poi non ebbe seguito.[5]
Nello stesso anno, presso 13 filiali Standa ed Euromercato (Bari, Biella, Bologna, Brescia, Castellanza, Catania, Foggia, Messina, Milano (2), Palermo, Roma, Torino e Carugate), vengono allestiti corners promozionali permanenti[6] della Five Viaggi, società del Gruppo Fininvest specializzata nella vendita di pacchetti turistici[7] [8]. Il tentativo di promuovere e vendere questi ultimi all'interno della grande distribuzione non portò comunque i risultati sperati, tanto da costringere l'interruzione della partnership poco tempo dopo[9].
Nel 1991 il gruppo acquisisce il controllo dei Supermercati Brianzoli e nel 1993 vengono aperti nuovi ipermercati, tra cui quello di Grugliasco (TO) nell'allora gigantesco Centro Commerciale Le Gru, che finisce immediatamente al centro di una clamorosa storia di tangenti.[10]
Nel maggio 1994 il gruppo realizzò una joint-venture con Viacom, per l'apertura di un primo punto vendita in Italia della catena internazionale Blockbuster, specializzata nell'home-video.
All'inizio del 1995, con l'azienda in seria crisi finanziaria, il ramo che gestiva gli ipermercati col marchio Euromercato venne ceduto al gruppo GS.[11]
Intanto, sempre nello stesso anno, il gruppo Standa costituì una holding ("Holding dei Giochi") assieme a Giochi Preziosi per rilevare le catene Grazzini e Toys Center, grandi superfici specializzate nei giocattoli.[12]
Nel 1996 iniziò un processo di restyling delle filiali, partendo dal modello della filiale di Milano Corso Vercelli. Inoltre iniziò un progetto di apertura di nuove filiali all'estero con un primo magazzino inaugurato a Budapest.
Inoltre nello stesso anno venne inaugurato il primo Superstore Standa a Luino (VA).
Nel luglio 1997 la Standa abbandonò la Borsa.[13]
Nel 1998 Berlusconi scorporò e vendette il gruppo Standa; la parte "non alimentare" al gruppo Coin e la parte "alimentare" (Standa Commerciale SpA) a Gianfelice Franchini, ex proprietario dei Supermercati Brianzoli.
A tal proposito Berlusconi dichiarerà in seguito di esser stato costretto a vendere la Standa successivamente alla sua entrata in politica, affermando che in Comuni gestiti da giunte di centrosinistra non gli concedevano le necessarie autorizzazioni per aprire nuovi punti vendita.
Secondo i critici di Berlusconi l'acquisizione e la successiva vendita della Standa sarebbe stata determinata dalla volontà di creare una liquidità per il gruppo Fininvest, che attraversava un difficile periodo tra il 1990 e il 1994 (egli stesso aveva asserito di essere esposto con le banche per una cifra in lire di diverse migliaia di miliardi).[14]

Oggi[modifica | modifica sorgente]

Acquisto del settore abbigliamento da parte del Gruppo Coin[modifica | modifica sorgente]

La parte "non-alimentare" passò nel 1998 al gruppo Coin, che procedette alla ridenominazione di gran parte dei magazzini Standa in Oviesse e di alcuni in Coin, investendo per la ristrutturazione secondo le immagini aziendali del gruppo. Per altri magazzini, il Gruppo Coin ha effettuato degli accordi con Fnac e Benetton.

Acquisto del settore alimentare[modifica | modifica sorgente]

La parte "alimentare" venne suddivisa nel 1998:
  • i negozi del Centro-Nord furono acquisiti tramite il Mediocredito Lombardo da Gianfelice Franchini (ex proprietario dei Supermercati Brianzoli ed ex amministratore delegato di Standa).
  • i negozi presenti nel Sud furono acquisiti dal Gruppo Cedi (Conad)
In questi tre anni si avvia un piano di rinnovo dei negozi esistenti consolidando l'immagine di Standa soprattutto nelle regioni del centro-nord.

Acquisto da parte di Billa[modifica | modifica sorgente]

Logo Billa
Nel 2001 i supermercati Standa, assieme al marchio, sono stati ceduti all'austriaca Billa controllata dal gruppo tedesco Rewe.
Rewe, dopo l'acquisizione del marchio Standa, decise di mantenere i supermercati del Triveneto e della Romagna col marchio Billa (insegna già affermata in queste regioni perché negli anni precedenti aveva acquisito diversi supermercati, tra i quali la catena Supermercati Car e i Supermercati Vivo appartenenti al gruppo trevigiano Zanin) e Standa nel resto della penisola. Il marchio IperStanda, invece, venne riservato agli ipermercati anche nelle suddette regioni del nord-est in cui i supermercati erano a insegna Billa.
Questo fino al 2010, quando vennero anch'essi ribattezzati Billa Superstore.
Il gruppo possedeva anche una piccola catena di centri commerciali a marchio Futura - La città degli acquisti, composta da due soli esercizi di piccole dimensioni nella provincia di Padova (un terzo centro è rimasto incompiuto), eredità dell'ex Gruppo Caron (Supermercati Car, negozi Prodet, Caron Abbigliamento e Caron Profumerie) prima che quest'ultimo venisse assorbito da Billa. Le intenzioni originarie prevedevano un'espansione a livello regionale di quest'insegna, cosa che poi non è avvenuta. A seguito di recenti ristrutturazioni, i due centri hanno abbandonato lo storico marchio Futura, per diventare Centro Commerciale Billa. Il primo ad essere realizzato - quello di Carmignano di Brenta nel 1986 - ospita anche la sede di Billa Italia.
Nel 2009 i supermercati di Reggio Emilia, Rimini, Parma, Pesaro, Ancona, Roma-Appia Nuova e Milano-Forze Armate cambiano marchio passando da Standa a Billa. Con Pesaro, Ancona, Roma, Lariano, Milano e Terni, Billa arriva ad ottenere la presenza in 8 regioni d'Italia (Triveneto, Emilia-Romagna, Marche, Lazio, Lombardia e Umbria).
Nel 2010 continua la riconversione dei PdV da Standa a Billa che, come previsto dai piani di Rewe, si è completata a marzo 2010 per quanto riguarda la rete di vendita diretta, arrivando ad ottenere la presenza in 16 regioni d'Italia (Triveneto, Emilia-Romagna, Marche, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Valle d'Aosta, Toscana, Abruzzo, Puglia, Sardegna, Campania e Umbria).[15] A maggio dello stesso anno vengono convertiti (con marchio Billa Insieme) ulteriori 15 punti vendita affiliati, che si aggiungono ai 4 già convertiti in precedenza, per un totale di 19 punti vendita.
Nel 2011, grazie ad un accordo in franchising tra il gruppo Rewe e alcuni imprenditori locali, il marchio Standa ricomparve nelle insegne di alcuni supermercati in Calabria (gruppo Europa 2000) e Sicilia (Gruppo Nicotra).
Il gruppo Ve.di., operante sempre in Sicilia e precisamente nella provincia di Siracusa, ora è di proprietà di Conad (Ce.di. Conad Sicilia).
Tra il 2011 e il 2012, una forte crisi economica e finanziaria ha colpito, in Calabria, il gruppo Europa 2000. Gradualmente tutti i punti vendita della regione chiudono i battenti. Sono mantenuti solamente le Standa e gli Iperstanda nella città di Lamezia Terme che presentano però una forte rimodulazione dell'offerta di prodotti negli scaffali. Il 15 luglio 2012, il tribunale di Lamezia Terme ha emesso la sentenza definitiva di fallimento della società Europa 2000 s.r.l.[16] Il 24 settembre 2012 tutti i punti vendita di Lamezia Terme vengono chiusi decretando la fine di Standa in Calabria.
L'ultima sede attiva in Sicilia, a Siracusa, dall'estate del 2012, è diventata parte del Gruppo PAM.

Curiosità[modifica | modifica sorgente]

  • La capogruppo Rewe aveva aperto un supermercato a insegna Standa in Germania, nella città di Colonia, con una forte presenza di prodotti italiani.

Loghi storici[modifica | modifica sorgente]

Bibliografia[modifica | modifica sorgente]

  • Per celebrare i 25 anni di nascita, nel 1956, la Standa pubblicò un libro intitolato Magazzini Standa 25º anniversario edito da Standa Milano;
  • Per celebrare i 40 anni di nascita, nel 1971, la Standa pubblicò un libro intitolato La Standa ieri oggi domani edito da Standa Milano;
  • Altro libro che percorreva la storia economica della catena durante la gestione da parte di Montedison è stato Standa, Assemblee - Bilanci - Relazioni 1966-1987 edito da Standa Milano;
  • L'Eco della Standa - Milano (1949-1955);
  • Standa: notiziario bimestrale di vita aziendale della Magazzini Standa - Milano (1955-1975);
  • Professione Standa: trimestrale riservato al personale della Standa s.p.a. - Rozzano MI (1987-1992);
  • Notizie Standa: trimestrale riservato al personale della Standa s.p.a - Rozzano MI (1993-1997).

La Standa sul grande schermo[modifica | modifica sorgente]

La Standa è stata protagonista in passato di vari film e concorsi televisivi:

Concorsi televisivi[modifica | modifica sorgente]

  • Negli ottanta, nel programma del sabato sera di Rai 1 Fantastico c'era un gioco in cui una famiglia italiana vinceva mezz'ora di tempo per prendere gratis qualunque cosa dentro un magazzino Standa;
  • Su Canale 5 la trasmissione Tra moglie e marito, condotta da Marco Columbro, sorteggiava di volta in volta 13 filiali che accoglievano delle cacce al tesoro all'interno dei magazzini Standa;
  • La popolare trasmissione televisiva Ok, il prezzo è giusto! nella stagione 1990/91 è stato presentato dallo sponsor Standa con il concorso Isola Felice Standa;
  • Nel 1991 per celebrare l'anniversario dei 60 anni, la Standa aveva creato un gioco a concorso sugli anni sessanta.

Testimonial pubblicitari della Standa[modifica | modifica sorgente]

Marco Columbro testimonial per la Standa nel 1988.

Sponsorizzazioni sportive[modifica | modifica sorgente]

La Viola Reggio Calabria nel 1988/89 con lo sponsor Standa
Due squadre di basket maschile hanno usato in passato il nome Standa per le proprie squadre cittadine:
e una di basket femminile:
  • Standa Milano
La Standa ha avuto anche una squadra di calcio a Roma che ha partecipato ai campionati dilettantistici fino alla categoria Promozione.

Note[modifica | modifica sorgente]

  1. ^ Marika Gervasio, Standa va in soffitta, arriva Billa in «Il Sole 24 Ore», 04 febbraio 2010. URL consultato il 21/03/2012.
  2. ^ Marco Marchetti, L'Edison assorbe la Standa ed entra nei supermercati in «L'Unità», 10 giugno 1966. URL consultato il 19-06-2012.
  3. ^ Marco Panara, Berlusconi compra la Standa in «la Repubblica», 15 luglio 1988. URL consultato il 19-05-2011.
  4. ^ Carlo Chianura, Standa nel mirino, raffica di attentati in «la Repubblica», 2 luglio 1994. URL consultato il 22-08-2009.
  5. ^ Gli ipermercati Standa ricominciano da Anzio in «Largo Consumo», ottobre 1990, p. 30.
  6. ^ Franco Rosso, 50 anni di tour operating in Italia, p. 101, Hoepli, 2002.
  7. ^ Talvota identificata col nominativo Five Travel
  8. ^  Spot Standa 1990-91: breve riferimento alla Five Travel, a 1:16. URL consultato in data 21/03/2012.
  9. ^ Franco Rosso, 50 anni di tour operating in Italia, p. 102, Hoepli, 2002.
  10. ^ Claudio Mercandino, Massimo Novelli, Affare 'Le Gru' a Torino il giudice ordina sei arresti in «la Repubblica», 15 dicembre 1993. URL consultato il 24-7-2009.
  11. ^ Nino Sunseri, Berlusconi vende Euromercato in «la Repubblica», 24 dicembre 1994. URL consultato il 24-7-2009.
  12. ^ Standa, una holding per giocare in «la Repubblica», 24 maggio 1995. URL consultato l'11-9-2009.
  13. ^ Addio alla Borsa per Standa in «Corriere della Sera», 26 luglio 1997. URL consultato il 29-4-2010.
  14. ^ Ettore Livini, Berlusconi incassa 141 milioni Nel 2005 dividendi raddoppiati in «la Repubblica», 23 febbraio 2006. URL consultato il 19-12-2006.
  15. ^ Effetti della globalizzazione: scompare l'insegna Standa. URL consultato l'08-02-2010.
  16. ^ Tribunale di Lamezia Terme-Fallimento Europa 2000 srl. URL consultato il 23-08-2012.

Voci correlate[modifica | modifica sorgente]

Collegamenti esterni[modifica | modifica sorgente]